James è il protagonista, insieme a Lina, di una splendida e sofferta storia d’amore cominciata nel 1943, durante la II guerra mondiale. James Connelly, giovane tenente inglese sbarcato a Salerno, dai biondi capelli e dagli occhi chiarissimi incorniciati da una montatura di occhiali leggera, s’innamora di Lina, giovane donna italiana, salernitana, da cui sarà riamato.  

Il romanzo che narra questa storia si intitola “Un cielo perfetto”, l’autrice, Lucia Campanella,  ce ne ha parlato il 2 marzo 2022, in un incontro-laboratorio organizzato dalla prof.ssa R. Tudisco per la classe V B A.F.M. Quando abbiamo deciso di leggere questo libro ed ospitare l’autrice –spiega la professoressa-  non era ancora scoppiata la guerra in Ucraina. Abbiamo considerato che lo sfondo storico del romanzo avrebbe contribuito in qualche maniera alla comprensione del programma di storia di quest’anno attraverso gli eventi vissuti dai personaggi.

Oggi, invece, la prospettiva ci appare diversa perché quella guerra studiata sui testi scolastici cominciamo a percepirla come presente, i movimenti delle truppe, le strategie belliche, gli strumenti di devastazione appartengono al lessico della guerra che causa solo dolore, oggi come nel passato.  

James, infatti, “sbarcato ad Anzio avrebbe dovuto guidare  la prima divisione alla conquista della stazione ferroviaria di Campoleone, alla testa di alcuni carri armati.

Gli avevano assicurato che sarebbe stata una passeggiata, che il terreno, dalle ricognizioni aeree, si era rivelato facilmente attraversabile dai mezzi con cui si sarebbero spostati e che di sicuro avrebbero sbaragliato la controffensiva tedesca”.

Quanti James stanno morendo oggi, quanti hanno lasciato con gli occhi pieni di lacrime una fidanzata, una moglie, i genitori, i figli? Questo libro ci ha portato a riflettere sull’assurdità della guerra. Siamo solo ragazzi e non possiamo e sappiamo trovare né una soluzione né, tantomeno, una spiegazione veramente valida, oggi, per spiegare perché la storia proprio non riesca a svolgere il suo ruolo di magister vitae, come diceva Cicerone.   

Ma Lucia Campanella è riuscita soprattutto a coinvolgerci in riflessioni più “leggere” toccando il tema dell’amore, centrale nel romanzo, e rispondendo alle numerose domande che le abbiamo posto:

D- “Un cielo perfetto”: Il titolo fa pensare alla coincidenza di fattori che concorrono alla realizzazione di un sogno. Può spiegarci come nasce questo titolo, a cosa pensava con precisione e  a chi si è ispirata?  

R- In realtà una sera mentre rientravo a casa in auto, ferma ad un semaforo sono stata quasi ipnotizzata dallo spettacolo che avevo di fronte: un cielo bellissimo, “perfetto”, nei suoi colori straordinari che andavano dall’azzurro al rosa declinati in tutte le sfumature. In quel momento ho pensato che avrei intitolato il mio prossimo romanzo proprio così “Un cielo perfetto”.

D- Come mai ha deciso di ambientare la vicenda a Salerno?

R– Amo molto viaggiare e in uno dei miei viaggi a Salerno, sono venuta a conoscenza di alcuni episodi avvenuti durante la II guerra mondiale, tra cui il siluramento di un sommergibile per mano inglese. Questo avvenimento mi ha portato a documentarmi e a fantasticare, così è nato così questo libro.

D- Questa storia d’amore, o meglio, le storie d’amore narrate nel romanzo traggono spunto da persone e luoghi a Lei vicini?

R- Certamente il mio vissuto è presente in qualche modo nel testo. Un autore non può prescindere dalle esperienze di vita personali, dai moti dell’animo che gli hanno creato gioia o dolore e che sono gli stessi che riverbera sui suoi personaggi, ma è indubbio che la fantasia, quando scrivo, poi  prende il sopravvento e i personaggi cominciano a muoversi quasi in modo indipendente dalla mia volontà creatrice.

D- Il libro ha tutti gli elementi per  poter essere definito “romanzo storico”. Sembra questo un genere da Lei molto amato. Ritiene sia più complicato ambientare una storia di fantasia in un contesto preciso e dettagliato storicamente? 

R- Sono una vera appassionata della storia e i miei due romanzi sono sicuramente storici. Ho riscoperto da adulta “I promessi sposi” di A. Manzoni e trovo che siano veramente un capolavoro. Senza dubbio è molto difficoltoso ambientare una storia di fantasia in un contesto storico preciso perché occorre un lavoro di indagine delle fonti, estremamente corretto. Questa “ricerca” porta via molto tempo.

D- La struttura narrativa è articolata su un parallelismo cronologico, sottolineato dal corsivo e dallo stampatello: il passato e il presente corrono in autonomia fino a quando emergono in modo inequivocabile gli intrecci che li ricongiungono chiudendo il cerchio. Questa strategia stilistica e narrativa le ha consentito di muoversi nel tempo più agevolmente?

R- No, anzi il contrario. È una strategia che agevola il lettore, ma rende complesso il movimento dell’autore sui due piani temporali nettamente separati dalla forma della scrittura.

Il dibattito è proseguito in una lezione laboratoriale di scrittura creativa in cui la scrittrice non ha lesinato consigli su come approcciarsi alla pagine bianca.

Ringraziamo Lucia Campanella per la bellissima e costruttiva mattinata che ha voluto donarci e la Dirigente scolastica, prof.ssa Laura Filomena Flagella, sempre disponibile ad accogliere le iniziative finalizzate all’arricchimento culturale e personale delle studentesse e degli studenti.

Lucia Campanella è una giovane scrittrice foggiana, docente di Lettere in una scuola media che già vanta due romanzi storici nel suo curriculum, “La strada madre” e “Un cielo perfetto”.

Desiré Martino, Samira Silvestre, Mattia Di Giovine